La visione di Costantino
L’episodio è raccontato nella Vita di Costantino un’opera del vescovo Eusebio di Cesarea, stretto collaboratore di Costantino dal 325. Egli stesso dichiara di credervi perché l’imperatore stesso glielo aveva riferito sotto giuramento.
Secondo il racconto di Eusebio, scritto subito dopo la morte dell’imperatore, Costantino I si orientò verso il monoteismo quando ancora si accingeva a venire a Roma per combattere contro Massenzio. Rivoltosi in preghiera alla divinità, poco dopo mezzogiorno fu testimone, lui e il suo esercito, di un evento celeste prodigioso, l’apparizione appunto di un incrocio di luci sopra il sole e della scritta ἐν τούτῳ νίκα. Nella notte successiva gli sarebbe apparso Cristo, ordinandogli di adottare come proprio vessillo il segno che aveva visto in cielo. Nei giorni successivi Costantino avrebbe chiamato dei sacerdoti cristiani per essere istruito su una religione, il cui contenuto non gli era ancora noto.
Costantino inoltre avrebbe fatto precedere le proprie truppe dal labaro imperiale con il simbolo cristiano del chi-rho, detto anche monogramma di cristo, formato dalle lettere XP (che sono le prime due lettere greche della parola ΧΡΙΣΤΟΣ cioè “Christòs”) sovrapposte. Sotto queste insegne i soldati sconfissero l’avversario.